Fotografa americana, 1898-1991.
Cresciuta nell’Ohio, inizia gli studi alla Ohio State University che abbandona a breve per trasferirsi a New York e poi in Europa dove, fra Berlino e Parigi si avvicina al mondo della  scultura.

Scopre la fotografia in modo casuale: nel 1923 Man Ray, conosciuto a NYC, la assume come assistente nel suo studio parigino. Insieme frequentavano intellettuali, scrittori e artisti, che lei cominciò a ritrarre, e proprio attraverso i ritratti raggiunse rapidamente il successo, sia di critica che commerciale, al punto che entro un anno riuscì ad aprire un proprio atelier e a esporre le sue opere in galleria. James Joyce, Eugène Atget, Marcel Duchamp, Jean Cocteau, Sylvia Beach, André Gide, Max Ernst, nessuno si sottrasse ai suoi scatti, lei li immortalò tutti lasciando delle foto-ritratto che hanno fatto storia. "Mi avvicinai alla fotografia come un'anatra si avvicina all'acqua. Non ho mai voluto fare niente altro" scriverà in seguito la Abbott.

Nel 1927, alla morte di Atget, di cui ammirava il lavoro, Abbott acquista tutti i negativi ancora disponibili e inizia a lavorare alla promozione dell’archivio del fotografo francese. Già nel 1930 lavora alla pubblicazione “Atget, photographe de Paris”, seguito poi da altri volumi e mostre. Grazie ai suoi sforzi continui aiutò Atget ad ottenere un riconoscimento internazionale.

Tornata negli Stati Uniti nel 1929, Berenice Abbott abbandonò il tema del ritratto a causa delle pressioni economiche che seguirono la Grande Depressione. Il crollo di Wall Street colpisce e cambia l’America agli inizi degli anni Trenta e la Abbott è affascinata dalla rapida trasformazione di New York: con la macchina fotografica inizia a documentare l’architettura della città e le scene di vita urbana creando “Changing New York (1935-1939)”, uno dei progetti più importanti della sua carriera. Con queste fotografie cattura e documenta in modo preciso e puntuale le variazioni di una metropoli in crescita, evidenziando il contrasto fra passato e presente.

Nell'istante in cui sono entrata a New York, ho avuto il desiderio ardente di fotografare questa città di incredibili contrasti, la città di grattacieli e punte di pietra, la cittò che non è mai la stessa ma sempre in evoluzione

Berenice Abbott, 1937