Incontro con Stefano Boeri, Architetto
Giovedì 22 gennaio 2026 alle ore 18.30, la Fondazione Bisazza è lieta di ospitare l'architetto Stefano Boeri. L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Gli architetti presenti riceveranno i crediti formativi professionali
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GREEN OBSESSION
L'architetto milanese Stefano Boeri, il cui lavoro spazia dalle visioni urbane al design, interviene sull'essenzialità della vegetazione cittadina, come uno degli elementi chiave per affrontare la crisi climatica. Ideatore del Bosco Verticale, il complesso residenziale milanese che integra natura vivente e città, l’architetto Boeri considera questo edificio come punto di partenza per ripensare l'urbanità globale. La sfida per design e architettura è quindi pensare a nuovi modi di abitare le città del futuro, in un'ottica di maggiore integrazione con l'ambiente e di minor consumo di risorse.
Accogliere la natura vivente nell’ambiente urbano non è un esercizio semplice, ma è una sfida che deve essere colta. La forestazione urbana non è dunque un'opzione, ma la scelta più efficace, economica e inclusiva per contrastare gli effetti e le cause profonde del cambiamento climatico.
Stefano Boeri (Milano, 1956), architetto e urbanista, è Professore Ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano e Direttore del Future City Lab alla Tongji University di Shanghai. Architetto del Bosco Verticale (Milano, 2014), il lavoro di Stefano Boeri spazia dalle visioni urbane al design, con una costante attenzione alle implicazioni geopolitiche e ambientali dei fenomeni urbani. Tra i principali protagonisti del dibattito internazionale sul cambiamento climatico in architettura, Stefano Boeri è noto per le sue ricerche sulla forestazione urbana e sull’implementazione della biodiversità ed è co-presidente e membro del comitato scientifico del World Forum on Urban Forests (Mantova, 2018; Washington D.C., 2023).
Nel 2023 è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Scienze Chimiche, Geologiche e Ambientali dall’Università di Milano-Bicocca; nello stesso anno il suo approccio progettuale Green Obsession ha ricevuto il UN SDG Action Award, categoria “Inspire”, per il supporto all’implementazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.
Bosco Verticale. L’idea per il primo Bosco Verticale è nata mentre mi trovavo all’estero, a Dubai, nel 2007: come caporedattore di Domus seguivo la frenetica costruzione di una città nel deserto composta da decine di nuove torri e grattacieli tutti rivestiti in vetro. Tutti riflettevano la luce del sole e quindi generavano calore: nell'aria e soprattutto sul suolo urbano, abitato dalla comunità. Costruzioni di vetro e minerali in una città sempre più artificiale e minerale. Nello stesso periodo stavo iniziando il progetto di due torri nel centro di Milano e all'improvviso nacque l’idea di realizzare due torri “organiche”: due torri rivestite non di vetro, ma di foglie. Foglie di piante, arbusti, ma soprattutto foglie di alberi, che si contrapponessero alla città minerale. Da quel momento la nostra ossessione per il verde ha preso piede, partendo da un edificio che mettesse in contatto la sfera della natura vivente con la città, fino al concetto di forestazione urbana – di cui il Bosco Verticale è un tassello importante – a scala più ampia, attraverso il quale ripensare il concetto di città. E sono orgoglioso che il libro che abbiamo scritto, riunendo e riassumendo i nostri studi, le nostre ricerche e progetti sia stato preso in considerazione come finalista agli SDG Action Award, parte della campagna SDG Action dell’ONU, che premia iniziative e individui che mobilitano, ispirano e mettono in contatto le persone per guidare un cambiamento positivo.
Il ruolo dell’architettura per dare un impatto positivo: 10 anni di “green obsession” Allo stesso tempo, il Bosco Verticale non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza; per noi è il primo esempio, un caso di studio, che ci dà costantemente la possibilità di capire, studiare e, di conseguenza, migliorare i vari aspetti di questa nuova tipologia architettonica. I nuovi Boschi Verticali costruiti o in costruzione rappresentano per noi dei passi in avanti, in diverse direzioni, verso il perfezionamento e l’adattamento della tipologia: abbattendo i costi con soluzioni tecnologiche sostenibili e innovative, come ad Eindhoven; o cambiando radicalmente il paesaggio urbano e le aspettative della popolazione per una futura città sostenibile, in un luogo dove l’inquinamento è un problema molto serio, come a Huanggang in Cina; o adattandosi a un contesto climatico differente, come in Egitto. Pensare a nuovi modi di abitare le città del futuro, in un'ottica di maggiore integrazione con l'ambiente, di minor consumo di risorse - mi riferisco al consumo di suolo e di energia, ma anche al consumo di acqua, che oggi è un tema fondamentale - è la sfida che dobbiamo sempre più porci e che il design e l'architettura devono raccogliere con urgenza.
Dall’architettura al design: un approccio multiscalare e interdisciplinare
Lo stesso approccio viene applicato anche ai progetti di interni, agli allestimenti e al design, dove cerchiamo costantemente di sviluppare soluzioni che ruotano attorno alla figura dell’albero. Questa visione prende forma in progetti come Floating Forest, Un Bosco Morto per le Troiane e Tree Room. Agire in questa direzione ci permette di lavorare in un’ottica di sensibilizzazione e consapevolezza a tutte le scale, integrando di volta in volta competenze differenti e costruendo dialoghi interdisciplinari.
In particolare, questo ci consente di affrontare i progetti con uno sguardo orientato alla sostenibilità di filiera e all’economia circolare, cercando di innescare processi virtuosi di recupero e trasformazione delle risorse.